RICOSTRUZIONE, CHIODI IN TV
''2,5 MILIARDI SONO PRONTI'

L’AQUILA - È un
Gianni Chiodi che non fa sconti a nessuno quello che intervistato nel corso della trasmissione televisiva “Mattinocinque, su Canale 5, dal giornalista
Paolo Del Debbio su ricostruzione, fondi e prospettive delle aree colpite dal terremoto del 6 aprile 2009. Alla trasmissione ha preso parte, in collegamento esterno, anche il senatore del Partito democratico
Giovanni Legnini.
Subito il commissario delegato per la Ricostruzione sgombera il campo dalle voci e le illazioni sui fondi disponibili per la ricostruzione: “I fondi ci sono. Il governo ha stanziato un miliardo, cui si aggiungono i due miliardi per i mutui della Cassa depositi e prestiti. Di questi ne sono stati utilizzati 500 milioni. Questo vuol dire che ad oggi potrei staccare assegni per 2,5 miliardi di euro. Attualmente sono aperti dodicimila cantieri, la ricostruzione procede come avevamo programmato.
Decisamente opposta l’opinione del senatore Legnini, secondo il quale “I cantieri aperti sono quelli delle case classificate A-B e C, ovvero quelle meno lesionate. La ricostruzione è partita in modo lentissimo, i ritardi sono gravi. A 19 mesi dal terremoto sono partiti solo i micro cantieri delle case A, B e C, cioè quelle che hanno avuto danni lievi. I centri storici, dell’Aquila ed altri comuni sono chiusi, l’economia non riparte, la zona franca urbana che abbiamo conquistato in parlamento non parte. Non ci sono altri mezzi di sostegno all’occupazione. Solo all’Aquila ci sono 10mila disoccupati”.
Insomma due quadri della situazione completamente opposti e a questo punto il giornalista Mediaset chiede: “Come mai il centro destra ha vinto alle ultime elezioni”.
“Veramente all’Aquila città - ha detto Legnini - ha vinto il centro sinistra, il centro destra ha raccolto voti in altre aree”. Immediata la replica di Chiodi: “Il centro destra ha vinto anche in molti comuni del cratere sismico”.
Tutto, comunque, si è concentrato sui 2,5 miliardi di euro disponibili e ancora non spesi: “Chiodi spieghi perchè non vengono utilizzati”.
“I sindaci devono predisporre i piani di ricostruzione dei centri storici. Loro hanno voluto prerogativa che è stata definita dalla legge. I soldi ci sono, la zona franca è stata approvata e le cose che sono state fatte all’Aquila sono state riconosciute dal mondo intero, solo il centro sinistra in Italia non le vede”.
(g.a.)
ECCO COM’È ANDATA A MATTINOCINQUE
Del Debbio: “A che punto è la ricostruzione?”
Chiodi: siamo al punto che avevamo programmato. L’Aquila è un cantiere dinamico, ci sono 12mila cantieri aperti che sono stati destinatari di contributo dello Stato per la ricostruzione”.
Sulla polemica dei fondi, il governatore ha aggiunto: “Sulla polemica dei fondi, che esiste da sempre, posso dire che il Governo nazionale ha messo a disposizione, in contanti, liquidi, fondi per un miliardo di euro,circa duemila miliardi delle vecchie lire sul conto del commissario per la ricostruzione. In più c’è la possibilità di accedere a dei mutui senza obbligo di restituzione per somme pari a due miliardi euro, messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti. Fino ad oggi ne sono stati utilizzati 500 milioni. Sono disponibili, pertanto, ancora un miliardo e mezzo di euro. Noi ad oggi potremmo staccare assegni, se dovessimo dare contributi, per 2,5 miliardi di euro”
Del Debbio: “In Italia succede che ci siano i soldi e non si riesce a spenderli. È anche questo il caso?”
Chiodi: “Non è questo il caso. Il comune dell’Aquila ed i soggetti attuatori stanno lavorando sufficientemente bene. Capisco che tutti vorrebbero avere tutto ricostruito subito. Mi rendo conto che non è possibile, non è realistico. Le persone stanno lavorando, gli ingegneri stanno facendo i progetti e mano a mano vengono finanziati. I piani di ricostruzione devono essere fatti dai sindaci dei centri storici. La legge attribuisce ai sindaci questo compito, perché loro hanno voluto questo tipo di competenza, ma fare un piano di ricostruzione non è la cosa più semplice del mondo.
A questo punto il giornalista si rivolge al Senatore Legnini chiedendo: “Senatore, a che punto siamo? Quello che dice Chiodi è condivisibile o no?".
Legnini: “Assolutamente no. Saluto il presidente ma le cose non stanno così. Tutti noi abbiamo il compito di non fare propaganda su una tragedia così grande, né l’opposizione né chi sta al governo. La ricostruzione è partita in modo lentissimo, i ritardi sono gravi. A 19 mesi dal terremoto sono partiti solo i micro cantieri delle case A, B e C, cioè quelle che hanno avuto danni lievi. I centri storici, dell’Aquila ed altri comuni sono chiusi, l’economia non riparte, la zona franca urbana che abbiamo conquistato in parlamento non parte. Non ci sono altri mezzi di sostegno all’occupazione. Solo all’Aquila ci sono 10mila disoccupati. È un quadro allarmante. Bisogna intervenire in fretta, occorre evitare di dire che va tutto bene. Occorre cambiare legge sulla ricostruzione che non funziona. Chiodi ne prenda atto e si attivi per cambiarla”.
Pronta la replica del commissario: “Legnini direbbe questo in qualunque occasione, anche se avessimo fatto i miracoli che pure sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale. Purtroppo far credere che la ricostruzione dopo un violento sisma e un danno inenarrabile possa essere risolta in un anno e mezzo è tipico di una cultura di un’opposizione che non sa assumersi le proprie responsabilità, anche nei processi che devono essere condivisi alcune volte”.
Legnini: “E’ falso dire che non sappiamo assumerci le nostre responsabilità. Siamo stati obiettivi, seri e costruttivi. Chiodi lo sa. Lo siamo stati in Parlamento, nelle Istituzioni locali, non abbiamo alcuna intenzione di travisare la realtà. Il presidente Chiodi vada agli aquilani a dire le cose che sta dicendo qui. Ho a mente la sofferenza, l’angoscia l’incertezza per il futuro che i cittadini dell’Aquila e del cratere stanno provando”.
Del Debbio: “Legnini, come spiega che abbia vinto questo centro destra così fallimentare alle ultime elezioni?”.
Legnini: “All’Aquila città il centro sinistra ha vinto, prendendo il 57%”.
"Ma in Provincia?" chiede il giornalista
Legnini: “Alla Provincia ha vinto il centro destra perchè ha raccolto voti in altre aree non terremotate, come la Marsica”. Qui interviene Chiodi che vuole dire la sua: “Veramente il centro destra ha vinto anche nei 57 comuni terremotati”.
Lo scontro si concentra a questo punto sui numeri, Legnini: “Dentro il cratere ha vinto il centro sinistra, questi sono dati. Ma a me non interessa fare polemica. A me interessa, e Chiodi lo sa, che si individui una linea chiara, che si punti a cambiare un meccanismo farraginoso. Ricordo che fino ad oggi sono state emanate cinquanta ordinanze: una giungla dalla quale non si riesce ad uscire. Ad oggi 55mila persone attendono di rientrare nella propria casa”.
Chiodi: “Io parlo con i dati. I soldi ci sono: ci sono 2,5 miliardi di euro se i soggetti attuatori sono bravi. I comuni sono i soggetti attuatori: il Comune dell’Aquila deve predisporre i piani di ricostruzione del centro storico. È vero sì o no? La ricostruzione potrà essere efficace solo quando il Comune avrà predisposto il piano di ricostruzione. È inutile che il Comune se la prenda con il Governo. I fondi ci sono, la zona franca urbana è stata deliberata e dotata di fondi, e Legnini questo lo sa. Tutte le cose che si stanno facendo all’Aquila sono riconosciute, per la straordinaria risposta del Governo, da tutto il mondo, tranne che dall’opposizione di centro sinistra in Italia”
Legnini: “Quando abbiamo partecipato alla fase dell’emergenza abbiamo dato giudizi positivi. Ora bisogna riconoscere che le cose vanno troppo lente. Se il commissario ha due miliardi e mezzo, mi spieghi perchè non vengono spesi”
Chiodi: “Per il semplice fatto che i soggetti attuatori sono i comuni e sindaci, come quello dell’Aquila. A loro spetta fare i piani di ricostruzione”.
Legnini: “Il piano di ricostruzione è pronto”
Chiodi: “Se fosse pronto ci sarebbero anche i soldi per finanziarlo”.