domenica19dicembre
Chiodi attacca i burocrati: una casta da IL CENTRO
«Si oppongono a merito e trasparenza, modificherò la legge regionale»
PESCARA. «La burocrazia regionale è una casta. Un corpo chiuso, impermeabile all'esterno, ostile alla meritocrazia, che negli anni è arrivata a scriversi le proprie leggi, stabilendo un mutuo patto di complicità con una classe politicamente debole ma elettoralmente interessata». Chi parla così è il presidente della Regione Gianni Chiodi. Lo ha fatto davanti agli iscritti di Confindustria Pescara per il convegno "Semplificazione amministrativa: dal dire al fare", che ieri si è svolto nella sede dell'associazione in via Raiale.
Per Chiodi, il peso negativo della burocrazia è «un problema culturale che necessita di una rottura violenta. Tutto nasce dal sistema di selezione della classe burocratica, che è un sistema datato, che conduce a un connubio perverso tra politica e burocrazia, con la politica che vede la struttura burocratica come propri elettori». In cambio la classe politica permette dei mostri giuridici come la legge 77, «scritta dalla burocrazia per la burocrazia, per renderla una vera e propria casta dove non è possibile inserire nuove figure dall'esterno che portino idee e metodi nuovi».
«Non riusciamo a portare i giovani dentro l'amministrazione regionale» ha spiegato Chiodi che fa l'esempio della recente legge sul "Ciclo delle performance" (un modello di verifica dell'efficienza della macchina amministrativa) approvata dalla giunta e «ostacolata fino all'ultimo minuto» dalla classe burocratica «per l'ostilità verso ogni forma di meritocrazia e trasparenza».
Per il governatore, la politica è stata strumentalmente collusa con questo sistema, ma ha anche scontato la propria debolezza: «Questa è una regione politicamente molto instabile», ha spiegato Chiodi, «siamo l'unica regione che ha avuto ben 15 presidenti, dei quali solo tre hanno concluso i cinque anni della legislatura e nessuno ha governato per i dieci anni del doppio mandato». Chiodi non lo ha detto, ma se a questo elenco aggiungiamo anche l'alternanza degli assessori (cinque assessori alla Sanità durante il governo di Giovanni Pace con tutto quello che ha comportato), l'esame si fa impietoso e allarmante.
«Per questo è fondamentale cambiare la legge 77», ha concluso Chiodi, «e noi un primo e importante passo lo abbiamo compiuto, portando i dirigenti regionali da 128 a 105. Un secondo obiettivo» ha proseguito il presidente della Regione, «sarà quello di informatizzare, e rendere più snelle, nel giro di qualche mese, le procedure che riguardano l'impatto ambientale. Molto c'è ancora da fare, ma ribadisco che il passo più importante sarà quello di un cambiamento culturale che è alla base di una semplificazione amministrativa concreta». Prima di Chiodi aveva parlato il presidente Nazario Pagano (vedi box di lato), e il presidente di Confindustria Pescara Enrico Marramiero, presenti anche l'assessore Alfredo Castiglione e il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera. Marramiero ha esordito con una affermazione di sostegno al Patto per l'Abruzzo annunciato in Consiglio regionale mercoledì scorso. Secondo Marramiero «i prossimi anni saranno duri ma utili per reimpostare l'economia del paese». Quanto all'Abruzzo «non ci possono essere più divisioni e la politica deve dare prova di grande cambiamento».
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